Le lavatrici, dal ‘600 ad oggi. Storia di un elettrodomestico rivoluzionario
Nonostante l’ingegnosità che caratterizza l’invenzione, è la semplicità la parola chiave di questo elettrodomestico. Semplificazione delle operazioni relative alla pulizia dei propri indumenti così come semplificazione dello stile di vita delle persone, soprattutto quello delle donne. E sì, perché prima che la lavatrice facesse la sua comparsa nelle nostre case l’unico modo per lavare i vestiti e tessuti era l’utilizzo dell’acqua corrente recandosi presso fiumi e ruscelli.
Toccava allora alle donne trascorrere ore e ore piegate sulla schiena sfregando i vestiti sulle pietre oppure utilizzando la sabbia come abrasivo per eliminare lo sporco. Questo per molto tempo, fino a quando qualcosa non è cominciato a cambiare. Anche se in realtà non si conoscono con esattezza l’origine e l’inventore di questo apparecchio in quanto tra il 1600 e il 1800 è stata registrata la presenza di vari esemplari di prototipi in diverse parti del mondo rendendo più difficile ricondurre la sua nascita a uno specifico avvenimento.
Tra gli esempi ricordiamo il sistema di risciacquo inventato nel 1677 da John Hoskins composto esclusivamente da un cestello in corda fatto ruotare sotto un getto d’acqua, mentre quasi 100 anni dopo il teologo Schaffer realizza un apparecchio molto elementare che però presenta la prima centrifuga azionabile a mano.
Ancora qualche anno a seguire, precisamente nel 1860 e poi nel 1874, l’inglese Bradford e l’americano Blackstone inventano due modelli ancora manuali e in legno ma nel funzionamento più simili agli apparecchi moderni poiché costituiti da due contenitori di cui una sorta di cestello di dimensioni inferiori posto all’interno di un altro più grande e azionato a manovella. Fino a che nel 1906 Alva Fisher aggiunge alla novità del metallo come sostituito del legno quella del motore elettrico per ridurre gli sforzi e rendere il funzionamento ancora più pratico.
Le lavatrici oggi, quali tipi esistono sul mercato
Da quel momento molta strada è stata fatta e in particolar modo intorno agli anni Sessanta del ‘900 le lavatrici hanno avuto un grande riscontro nelle dinamiche dei cambiamenti sociali in atto affermandosi come strumento di emancipazione femminile capace di rivoluzionare abitudini e prospettive di vita di moltissime donne. In questa direzione tante varianti di lavatrici sono state presentate sul mercato proponendo ai consumatori i modelli più diversi per dimensioni, colori, tecnologie e funzioni in modo da incontrare le esigenze di tutti.
Guardando alle tipologie attualmente disponibili è possibile raggrupparle in due macro categorie riferibili alle lavatrici a carica dall’alto e a carica anteriore. Oltre alla diversa modalità di apertura facilmente intuibile dai nomi, le differenze sostanziali sono le dimensioni ridotte della prima che, insieme allo sviluppo verticale e alla presenza di leva e rotelle rendono questi modelli facilmente trasportabili diversamente dalla seconda tipologia il cui volume maggiore ha sì il vantaggio di adattarsi alle esigenze di famiglie più numerose ma rende anche l’elettrodomestico più statico.
Inoltre, nonostante tutte le lavatrici moderne siano dotate di sistemi di sicurezza avanzati, l’apertura dall’alto riduce i rischi di incidenti per bambini e animali mentre la frontale rende possibile l’utilizzo del piano superiore per altre funzioni. In entrambi i casi è possibile integrare la funzione di lavasciuga mentre dal punto di vista tecnologico gli avanzamenti più interessanti degli ultimi anni riguardano il tema della personalizzazione e dell’automatizzazione. Da una parte, quindi, la possibilità di personalizzare i tempi di lavaggio sia impostando la partenza ritardata che mediante la scelta di programmi dalla diversa durata e dall’altra invece si aggiunge la comodità di macchine in grado di spegnersi da sole riducendo gli sprechi energetici, di riconoscere la tipologia di sporco da trattare in modo da individuare il programma adatto o di bilanciare il carico in autonomia.