Tipologia di grondaie

Come posare le grondaie

Uno degli elementi indispensabili per tutelare la propria casa dall’azione dell’acqua piovana è la grondaia. L’azione costante delle piogge contro pareti e fondamenta alla lunga comporterebbe danni di varia natura: dall’erosione e deterioramento alle infiltrazioni nei piani interrati. Ecco, quindi, che un sistema di grondaie si rende sempre necessario.

L’installazione può essere realizzata da ditte specializzate, soprattutto in caso di tetti dalla conformazione particolarmente elaborata, ma è possibile anche montarla per conto proprio, dotandosi della giusta attrezzatura e curandosi di eseguire tutti i passaggi con attenzione. Di seguito spiegheremo le fasi necessarie all’installazione di una grondaia, curandoci di consigliare i principali metodi per prevenire e aggirare eventuali complicazioni durante il montaggio.

Com’è fatta una grondaia e quante tipologie esistono?

Prima di attaccare con il montaggio vogliamo fornire un’infarinatura di base sulle grondaie: la loro struttura, le caratteristiche basilari da tenere in considerazione, i materiali.

Iniziamo col dire che una grondaia è un sistema di canali di scolo per acque meteoriche. Prevede una parte installata lungo la linea di gronda della falda, collegata ad un canale di gronda, detto anche pluviale, che scarica l’acqua in un pozzetto di scolo.

La parte alta può avere sezione semicircolare o quadrata e non deve rimanere in posizione perfettamente orizzontale, ma deve presentarsi lievemente inclinata verso il pluviale (almeno l’1%). Questo, a sua volta, per assicurare un efficiente deflusso dell’acqua, dovrebbe essere di un diametro di minimo 80 mm ogni 50 metri quadrati di tetto.

Questo dato è variabile, poichè dipende dalla zona geografica in cui sorge la casa e, quindi, dalla quantità media di precipitazioni a cui è soggetta. La grondaia è collegata al pluviale tramite un bocchello e due curve che puntano verso la parete della casa. Ogni componente, come vedremo, è fissato attraverso delle apposite staffe con tasselli al tetto e alla parete. Per unire i vari pezzi di cui è costituito il sistema di canali, si utilizzano appositi mastici oppure la saldatura o la rivettatura.

La scelta di una grondaia piuttosto che un’altra dipende sia dalla quantità di acqua che devono raccogliere, sia dalla tipologia di tetto su cui andrà installata. Esistono, infatti, tetti complessi, con falde molteplici a diverse altezze: in questi casi è sempre raccomandabile rivolgersi ad aziende specializzate.

Sul mercato sono disponibili diversi tipi di grondaie in alluminio, per esempio, come quelli proposti da Opera Lattoneria, a partire dal materiale. Principalmente si possono trovare in metallo zincato, rame, acciaio inox e materiale termoplastico. Ogni costituzione presenta costi, pregi e difetti che la differenziano dalla altre.

Il metallo zincato è sicuramente quello dotato di minor appeal: delle quattro alternative è quella che risente maggiormente dell’incremento del livello di acidità delle piogge. Questo si traduce in un vero e proprio problema di corrosione, specialmente nelle zone di ristagno, con il rischio concreto di forature dei canali.

Il discorso è leggermente migliore per quanto riguarda i materiali termoplastici, ad esempio il PVC. Si tratta di un’opzione certamente molto economica e di forte ausilio durante le fasi di montaggio, data l’estrema malleabilità. Tuttavia la qualità complessiva sicuramente non ripaga il risparmio: si tratta di una soluzione che finirà con il deteriorarsi molto rapidamente.

Le due scelte principali sono il rame e l’acciaio inox. Quest’ultimo è sicuramente la scelta migliore in assoluto, vista la sua resistenza prolungata nel tempo. Purtroppo molte amministrazioni comunali non vedono di buon occhio questo scintillante sistema di grondaie, soprattutto se installato in zone storiche dei centri abitati. Inoltre i costi sono davvero elevati.

L’installazione non può essere effettuata senza le giuste competenze tecniche e la specifica attrezzatura, che rimane quindi appannaggio di ditte competenti. Discorso diverso per quanto riguarda il rame.

Per caratteristiche è sicuramente il materiale più adatto per la realizzazione di una grondaia fai da te: si presenta molto malleabile e, dunque, semplice da lavorare e da installare. Con il tempo perde la propria brillantezza, scurendosi. La patina è effetto dell’ossidazione: se dal punto di vista estetico la resa è inferiore, dal punto di vista pratico in realtà si ottiene un vantaggio. Infatti la pellicola di rivestimento esterno protegge quello interno da ulteriori danni, permettendo così alla grondaia in rame di avere una longevità invidiabile.

Abbiamo esposto le principali caratteristiche e componenti di cui una grondaia deve disporre. Vediamo ora come procedere all’installazione.

Procedimento d’installazione delle grondaie

Prima di iniziare a pensare agli attrezzi o ai fori per i tasselli, meglio munirsi di metro e prendere le dovute misure. Non si può certo rischiare di ritrovarsi senza il giusto quantitativo di materiale ad opera già iniziata. questa fase preliminare di studio, inoltre, aiuterà ad avere delle indicazioni ulteriori durante la fase di montaggio.

Una volta consci delle metrature, si può procedere a lavorare sui pezzi, che vanno tagliati, giuntati e collegati con i relativi collettori. È consigliabile cominciare a svolgere una parte dell’assemblaggio già a terra. In questo modo si potranno elaborare delle sezioni di grondaia già pronti: meglio concentrarsi soprattutto su quelle che finiranno con una testata oppure che convergeranno in un raccordo ad angolo.

A questo punto bisogna salire e iniziare a predisporre le staffe. Le grondaie a sezione semicircolare vanno fissate con delle staffe alla copertura in legno sotto le tegole o, in caso, a pannelli inchiodati ai puntoni del tetto. Per quelle a sezione quadrata bisogna utilizzare delle piattine dello stesso materiale della canalizzazione. Queste piattine sono inchiodate alle tavole di sostegno e verranno rivettate alla grondaia dal lato rivolto verso il tetto.

Come accennato in precedenza, la grondaia deve sempre essere leggermente inclinato verso il pluviale (bisogna calcolare un incremento d’inclinazione di 10 mm ogni metro). Questa pendenza va calcolata e regolata prima di porre i vari componenti per evitare errori.

Si può procedere ora con l’inserimento dei segmenti nelle rispettive sedi. Una volta giunti al punto di congiunzione con il pluviale, bisognerà occuparsi di creare il foro di comunicazione. Si consiglia di effettuare queste operazioni con seghetti da ferro, cesoie per lamiere e, in caso, anche roditrici.

A questo punto i vari segmenti vanno uniti tra di loro. Per effettuare questa operazione si possono scegliere varie soluzioni. L’applicazione del mastice isolante è sicuramente il metodo più rapido, ma di per sé non fornisce sufficienti garanzie di stabilità. Molto più indicate sono la saldatura o la rivettatura.

Il processo per la saldatura a stagno può rivelarsi complesso per i meno esperti. Si devono sovrapporre le estremità di due segmenti ed applicare un disossidante in pasta, ma può andare bene anche quello liquido.

Con un saldatore a mazzetta si procede a riscaldare le estremità: quando il calore sarà sufficiente, il bacchettino di stagno si scioglierà e potrà essere spalmato lungo la congiunzione, colando per capillarità nella fessura tra i pezzi. Questo procedimento andrà effettuato per ogni segmento, compreso il canale di gronda.

Per la rivettatura bisogna, invece, munirsi di rivettatrice per unire i segmenti, dopodiché bisogna applicare un apposito mastice per lattoneria.

Una volta saldati i componenti lungo la linea di gronda, si procederà all’installazione della scossalina. Si tratta di un passaggio importante poichè sarà utile a proteggere il tetto, specialmente il bordo esposto tra tegole e tavolato.

Un accorgimento fondamentale da prendere è quello di applicare una reticella sagomata sul foro di comunicazione con il pluviale. Questa operazione si pone l’obiettivo di impedire che accumuli di foglie o detriti possano intasare in qualche modo il pluviale.

Si procede scendendo verso il basso, applicando il bocchello, le curve e i segmenti come studiato in fase di progettazione e continuando a unirli o a saldarli come visto in precedenza. I segmenti del pluviale vanno assicurati alla parete della casa attraverso dei collari con tasselli che ne impediscano il movimento.

Una volta arrivati a terra il lavoro non è certo finito. C’è da assicurarsi che i pozzetti (spesso tombini) o i canali di raccolta dell’acqua piovana comunichino con fossi, sistemi di drenaggio o direttamente con la rete fognaria. Le tubazioni devono essere sifonate, inserite in canalette prefabbricate e ricoperte con griglie pedonabili.

Le canalette sono sempre realizzate in cemento e devono essere posizionate con una progressiva pendenza di un centimetro ogni metro. Le griglie, invece, possono essere di vari materiali, metallici oppure PVC. L’importante è che siano rimovibili, per poter accedere alle tubazioni in caso di manutenzione o per poter provvedere alla pulizia.

Se si dovessero verificare delle perdite d’acqua e, quindi, occorresse procedere con interventi di rapida manutenzione sulla canalizzazione, il nostro consiglio è quello di procedere con della carta catramata. Dopo essersi accertati di aver pulito attentamente il punto sul quale intervenire, basterà stendere la carta adesiva con una spatola, con un movimento dal tetto verso l’esterno.